LA JUVE CONTINUA A VIAGGIARE

18.02.2014 16:12

Nell’ottica del turn-over, visto il programma di 5 partite nei prossimi 14 giorni, il tecnico bianconero ha deciso di risparmiare Pogba e Tevez, rilanciando Marchisio e Giovinco. 

 

In difesa, invece, ha confermato Ogbonna, stante l’indisponibilità di Chiellini. Corini, dal canto suo, ha inserito Frey al posto dello squalificato Cesar al centro della difesa, ridando una maglia a Radovanovic e Guana a centrocampo.
  Il Chievo ha tenuto bene il campo per un quarto d’ora ma al primo affondo dei padroni di casa è capitolato. Tutto è nato da un’iniziativa personale di Asamoah che ha saltato in dribbling tre uomini ha chiesto e ottenuto triangolo a Llorente e con un perfetto sinistro a fil di palo ha rovinato l’esordio in gialloblu di Agazzi.
  Il Chievo ha, inevitabilmente, accusato il colpo e al 29’ ha incassato il raddoppio: Pirlo con una punizione velenosa da 30 mt ha impegnato Agazzi che non ha trattenuto; sulla respinta è arrivato in corsa Marchisio che ha comodamente insaccato in diagonale di sinistro.
  La Juve ha controllato senza patemi l’inesistente reazione degli avversari ma in avvio di ripresa, spaventata forse dall’innesto di Pellissier al posto di Stoian ha clamorosamente consentito ai clivensi di tornare in partita: al 51’, su un cross dalla destra di Thereau non controllato da Pellissier, Lichtsteiner, nel tentativo di rinviare, ha colpito sul tacco Caceres che, involontariamente, ha scavalcato con un pallonetto Buffon.
  La Juve si è infastidita, ha rischiato su un tiro di Pellissier, chiuso in extremis in scivolata da Bonucci, ma alla prima occasione, dopo appena 7’, ha ristabilito le distanze: Pirlo ha prima impegnato su punizione Agazzi poi, sul susseguente angolo, ha pescato in mezzo all’area Llorente che di testa, suo marchio di fabbrica, ha infilato il 10° centro in campionato. Partita finita con Marchisio e il subentrato Osvaldo che, nel finale, hanno anche fallito anche il poker. L’unica scossa l’ha data Conte che, al momento di sostituire Giovinco con Tevez, ha mandato a quel paese tutto lo stadio per i fischi al piccolo attaccante torinese, abbracciato forte prima di spedirlo in panchina. Segno che il tecnico bianconero tiene davvero che il gruppo resti più che mai unito, specie adesso che arriva il momento decisivo della stagione.


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